Lo abbiamo visto nel villaggio degli hobbit nella trilogia de Il Signore degli Anelli, dove prati fioriti ricoprivano i tetti delle case. Oggi il tema è meno fiabesco e anzi, è realtà. Ed è meno complicato di quanto si pensi, sia per fattibilità che per costi, senza contare i numerosi benefici che un tetto verde porta con sé.

Quali? L’isolamento termico per primo: in estate un manto di tegole può arrivare ai 60° mentre le piante in copertura hanno bisogno di temperature inferiori. Quindi il terreno rilascia l’umidità assorbita e il caldo è mitigato. Risultato: minori costi per la climatizzazione estiva ma anche per quella invernale. Poi, la purezza dell’aria: grazie alla fotosintesi le piante assorbono CO2 e filtrano altre polveri inquinanti come il PM10. Non per ultimo, il vantaggio di poter disporre di un’area di svago lontano dai pericoli e dai rumori delle strade cittadine, poterci coltivare un peperone, chessò…un gladiolo.

Il primo passo per organizzare un tetto verde è certamente quello di verificare se la struttura dell’edificio è in grado di sopportare l’aggravio di peso. In caso di dubbio si può comunque procedere con una piantumazione estensiva come il Sedum che si accontenta di un sottile strato di terra senza irrigazione e si adatta anche ai tetti a falde. In caso di coperture terrazzate, calpestabili e più resistenti è possibile piantare prato inglese, piante aromatiche e alberi in 35-40 cm di terra! Ovviamente il tutto prevede adeguate opere di impermeabilizzazione e scelta delle essenze, che avranno necessariamente radici poco profonde (pero, melo, tiglio, palme…). Quanto costa? Zero se fate in fretta, accedendo al superbonus del 110% e calibrando l’intervento in modo che sia certificabile un efficientamento energetico dell’edificio.

SUPERSTUDIO IN VIA TORTONA: LA COPERTURA

In Italia sono realtà ancora puntuali e non superdiffuse ma qualcosa già si vede: a Milano il tetto di Superstudio di via Tortona ospita un orto di 750 mq, nato in occasione del Salone del Mobile del 2014 e tenuto in salute da un gruppo di gagliardi pensionati. Nel 2015 una parte l’hanno addirittura destinata a risaia, poi sono arrivate rane, libellule, farfalle, papere.

Nella città meneghina tuttavia altri orti e altri tetti verdi sono nascosti alla vista dei più, mentre altri sono in cantiere come quello che coprirà i tetti del nuovo Policlinico progettato da Stefano Boeri. Si propone di diventare il primo giardino pensile terapeutico al mondo, ben 6.000 mq per camminare a 20 metri di altezza dal suolo. Sempre a Milano ma in quel di Brera, ha preso vita il progetto dello studio Piuarch “Orto tra i cortili” nelle tre foto qui sotto. Il tetto è stato convertito in orto permanente e farmacia a cielo aperto dove si coltivano piante officinali con l’obiettivo di riscoprire e rivalutare le essenze usare per secoli nelle officine farmaceutiche. Si basa su un sistema modulare che utilizza i pallet, assemblandoli secondo dimensioni, esigenze e funzione che si desidera loro assegnare.

A Rotterdam invece sono già avanti: quasi 210.000 mq di tetti in cui si produce energia solare e circa 400mila mq dedicati al verde ci racconta Eveline Bronsdijk, consigliera per la sostenibilità. Oggi i tetti della città producono energia pulita, trattengono l’acqua piovana, aiutano la biodiversità e offrono uno spazio comunitario, piacevole e protetto. I tetti cittadini offrono parchi come quello di Hofbogen dove guarda guarda…pascolano le pecore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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