Chi non ha giocato a Lego almeno una volta nella vita scagli …..il primo mattoncino. E attenzione, perché adesso i mattoncini danesi sono diventati adulti, ma nemmeno troppo.
Siamo a Billund in Danimarca intorno al 1916 quando un falegname danese Ole Kirk Kristiansen, aiutato dai suoi figli, inizia a costruire arredi in legno per le case dei suoi clienti. Dopo la devastante crisi del 1929, per fare fronte alla difficile situazione economica, Ole decide di costruire cose in formato mignon e di li a poco avrebbe avuto la folgorazione che lo condurrà ad inventare i più famosi mattoncini del mondo. Dobbiamo però attendere fino al 1958 per vedere i mattoncini dotati dei funzionali cilindretti che ne facilitano gli incastri. Quindi, il successo: nel 1960 vengono vendute 18 milioni di confezioni LEGO, nel ’74 sono introdotti gli omini nella confezione Lego Family, l’anno successivo appare la serie Lego Expert per mani più sapienti, con ingranaggi leve perni assi…per costruire automobili e camion. Nel 1988 il primo campionato mondiale di costruzioni Lego consacra (ce ne fosse stato bisogno) la Lego nell’olimpo dei giochi per bambini più diffusi sul globo.
Il nome LEGO si narra sia una crasi delle parole Leg Godt, ossia in danese gioca bene, anche se l’azienda sostiene che derivi dal latino “assemblare” o “mettere insieme”…ma tant’è, i mattoncini in vari formati e colori invasero il pianeta e hanno da sempre rappresentato una delle più articolate e valide forme per sviluppare fantasia creatività e interazione nei bimbi. E spesso anche nei bimbi decisamente più grandi (il sottoscritto a 16 anni costruiva astronavi rotanti e illuminate con sportelli per piccoli ricognitori….ma questa è un’altra faccenda).
Dunque, in quel di Billund decisero che i tempi erano maturi per darsi alla costruzione di qualcosa di veramente grandioso, utilizzando (of course) i loro elementi plasticosi. E nel 2017 dopo quattro anni di lavoro aprono le porte della Lego House: 12 enormi blocchi bianchi costruiti con circa 25 milioni di mattoncini per 12.000 metri quadrati, tre ristoranti e un museo con tanto di dinosauri e una cascata all’ingresso, 2 aree espositive e 4 variopinte zone gioco. Nonché una generosa area dove i visitatori possono esporre le loro opere.
E si sono inventati di tutto li dentro: un albero monumentale alto 15 metri, una cascata multicolor, appunto una serie di dinosauri a grandezza naturale e numerose interpretazioni di brani di città, di paesaggi montani o portuali…questi però in scala mattoncino. Ossia a portata di bimbo.
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