15 marzo 1961 esattamente 60 anni fa, Salone dell’auto di Ginevra. La folla entusiasta si accalca intorno allo stand Jaguar per ammirare la nuova sportiva di Coventry siglata E-type FHC (Fixed Head Coupé). Ed è subito isteria collettiva. L’auto è splendida, affusolata ed elegantissima, è sexy. Uscita dalla matita di Malcom Sayer, al quale si devono anche le C.type e D-type, mostri da competizione, sfoggia un muso di inaudita lunghezza e un abitacolo raccolto e accucciato sulle ruote posteriori.

Mossa da un sei cilindri in linea della serie XK di 3.8 litri con una potenza di 265 CV, adotta per prima tra i costruttori di auto sportive un impianto frenante servoassistito a 4 dischi e abbandona il telaio a traverse e longheroni delle precedenti XK in favore di una più moderna monoscocca. Nell’aprile dello stesso anno a New York viene presentata la versione roadster che, con una piccola e leggera capote in tela conferma l’assoluto fascino della E-type.

Ma è la combinazione tra linea, prestazioni e prezzo a ipnotizzare il mercato mondiale. Velocissima, più di altre sportive coeve, è anche decisamente meno costosa: 4.350.000 lire per la E-type roadster contro i 5.800.000 della Ferrari 250 Gt cabriolet e i 7.500.000 della Aston Martin DB4 Volante. La E-type diventa in breve tempo la sportiva dei sogni di mezzo mondo, o almeno di quel mezzo mondo sensibile certamente alle belle auto prestazionali, ma anche all’allure aristocratico e rarefatto che le Jaguar di quell’epoca sanno garantire. Non si tratta infatti solo di possibilità economica ma di scelta, di stile. Su strada è estremamente efficace, agile e veloce ma non certo gentile anzi, diventa spesso impegnativa e bizzosa ed è anche questo connubio tra aspetto sensuale e temperamento virile ad alimentare fantasie e desiderio.

Negli anni la E-type viene aggiornata più volte, migliorata nei motori e nella potenza, negli allestimenti. Nel 1966 viene affiancata dalla versione 2+2 con passo allungato e due piccoli sedili posteriori. La fine del 1967 segna il passaggio ad una serie aggiornata che potremmo definire come 1 ½ : si distingue principalmente per la mancanza di carenatura ai fari anteriori, l’eliminazione dei braccioli alle portiere e per il passaggio agli interruttori a bilanciere sulla plancia, in ossequio alle norme di sicurezza americane.

Nel 1969 la vera e propria seconda serie che presenta alcune discusse modifiche all’estetica (fari, bocca anteriore) e alla meccanica, passando da tre carburatori SU HD8 a due Zenith-Stromberg per adeguarsi alle norme anti inquinamento americane; viene offerto il condizionatore d’aria e in generale la E-type ne esce più borghese e meno pura.

Poco tempo dopo la terza serie si riconosce per la presenza di un pantagruelico 12 cilindri a V di 60° di 5.300 cc, primo motore progettato in Jaguar dal 1948. Siamo nel 1971, il servosterzo viene offerto di serie, l’interno si arricchisce di elementi in legno. La E-type è diventata una nobile granturismo ormai datata ma estremamente fascinosa che si avvia sul viale del tramonto. Nel 1975 dopo circa 70.000 unità e 14 anni di luminosa carriera, esce di produzione lasciando il posto alla Jaguar XJ-S.

Ma la E-type rimane indelebile nell’immaginario collettivo non solo per la sua formidabile presenza scenica, per le prestazioni, per la carica innovativa e sensuale che ha portato nel mondo dell’automobile. E’ infatti l’auto che nel 1962 Angela e Giuliana Giussani scelgono come alleata per i mirabolanti furti della mitica coppia di geniali e audaci ladri: Diabolik ed Eva Kant. La E-type nera per lui, quella bianca per lei. Il fumetto diventa in poco tempo un fenomeno di costume e la Jaguar, che all’inizio diffida gli autori nel rivelare la marca della sportiva, in seguito ne intuisce il potenziale. Nell’ambito dei festeggiamenti per il 50° anniversario dalla nascita della E, la casa inglese inserisce nel libro celebrativo, delle immagini tratte dal famoso fumetto!

Ovviamente un oggetto tanto desiderato e ammirato non poteva finire in soffitta né tantomeno nel dimenticatoio, tant’è che negli ultimi anni le quotazioni delle E-type hanno subìto forti rialzi, anche se mai quanto le coeve Ferrari e Maserati. Ma se quelle d’epoca vi spaventano, Jaguar Classic ha pensato anche a voi, presentando la prima coppia di E-type 60 Collection, un progetto celebrativo per i 60 anni dell’iconica sportiva, che prevede la produzione di 12 esemplari totalmente ricostruiti, con minime modifiche filologiche agli allestimenti sviluppate insieme a Julian Thomson (Jaguar Design Direstor) e decise implementazioni meccaniche, attingendo al know-how ingegneristico di Coventry. Gli esemplari si vendono solo in coppia, una coupé e una roadster (non sia mai si facesse un torto in famiglia…)

Inoltre possiamo citare una…ufficiosa remasterizzazione mi si conceda, da parte dello studio di ingegneria svedese Vizualtech che con il designer Bo Zolland e il progettista Robert Palm, hanno dato vita nel 2011 alla Growler E-concept, un meraviglioso esemplare unico realizzato per un collezionista svizzero che aveva espressamente chiesto di ispirarsi alla E-type. Si parlava all’epoca di iniziarne una produzione limitata, con specifiche tecniche molto esclusive, ampia possibilità di personalizzazione e of course, prezzi intorno tra i 500 e i 900 mila euro…ma ancora nulla. Io, ansioso, resto in attesa con le banconote tra i denti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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