Non c’è niente da fare, è come le torte: quando ci riescono bene è una gioia, le divoriamo con lussuria e le ricordiamo per parecchio tempo. Funziona così anche per alcuni oggetti, quelli belli, venuti fuori bene, che circondano la nostra vita, che usiamo che ammiriamo o che bramiamo, ma soprattutto che ricordiamo con nostalgia come iconici di un periodo, legati ad un’esperienza positiva, rappresentativi di uno stile che ci appartiene o al quale tendiamo.

Quando un oggetto funziona, qualunque esso sia, significa che il suo disegno sintetizza diverse esigenze di carattere emotivo, estetico, ergonomico, pratico e (visto che è fatto per produrre reddito) economico e industriale.  L’industrial design è questo infatti: legare forma e funzione, far si che un oggetto ergonomicamente e funzionalmente corretto possa essere “cantierizzabile” e che abbia una forma accattivante, che questa forma lo renda desiderabile e dunque, vendibile.  E’ un concetto applicabile a milioni di prodotti, anche impensabili e se vogliamo “deragliare”, applicabile anche ad alcuni oggetti più….artistici. Dunque vien da se, siamo circondati da un pullulio di oggetti “giusti”, ma alcuni sono più giusti di altri e sono proprio questi ultimi a bucare il tempo, a infischiarsene delle mode (magari prima cavalcandole e diventando moda essi stessi) a diventare oggetto di desiderio di massa.

Alcuni di questi oggetti rimangono inalterati e il fatto di essere rimasti tali costituisce un valore aggiunto, altri, quelli che per una serie di motivi rischierebbero di diventare anacronistici e dunque invendibili su un mercato evolutosi nel tempo, vengono attualizzati o riprogettati, riproponendone lo stile e mantenendone quindi il loro carico emotivo e simbolico.

E’ il caso della Fiat 500, della Radio Cubo di Brionvega, della Mini, della VW New Beetle, delle cementine e dei pavimenti in graniglia, dell’Omega Speedmaster, di molte carte da parati che si ispirano agli anni 60 e 70, della Bmw Z3 e anche della iperbolica Z8, degli chandelier disegnati da Tom Dixon e dei frullatori che propongono stile e colori anni 50. E’ il 2004, al Salone di Ginevra Fiat presenta la Trepiùno, una concept car disegnata intorno alla storica 500. Immediato successo di critica, il pubblico si informa su quando sarà commercializzata e nel maggio del 2006 Fiat annuncia che entro 500 giorni sarà presentata la nuova 500. E così accade, solo che lo scarno prototipo è nel frattempo cresciuto di dimensioni ed è salito di livello proponendosi come utilitaria chic. E dopo 14 anni ed un successo commerciale clamoroso, dopo diverse fortunate versioni derivate, la 500 si incipria il naso e si propone in una veste aggiornata e più ecosostenibile. Ed è sempre chicchissima, soprattutto in versione cabrio e in alcuni allestimenti che ne fanno una ammiraglia in sedicesimo.

Qui si parla di roba seria, mica dei lettorucoli di pennette o soundbar da porre sotto al televisore. Da sempre, chi ama l’alta fedeltà, detta anche Hi-fi, considera il piatto, volgarmente detto giradischi, un componente fondamentale dell’impianto. Dopo anni di oblio, sotterrati da cd, pennette, Spotify, vinili e piatti sono tornati alla riscossa, preferiti da cantanti e gruppi più attenti a qualità o a fare tendenza. Di conseguenza, i marchi dedicati hanno rispolverato il giradischi anche se in verità quelli premium non lo hanno mai abbandonato. Tra questi ultimi la Thorens, famosissima casa svizzera che è stata ed è tuttora un punto di riferimento per gli appassionati, offrendo una perfetta sintesi tra altissima qualità e prezzo accessibile. Mettere sul piatto un longplay, come chiamavamo i 33 giri, è un’emozione antica, un gesto lontano dalla frenesia di consumo e di ascolto tipica di questi anni. E’ una vera pausa che, tra l’altro, ci costringe ad ascoltare per intero l’album di un singolo artista, aiutandoci ad entrare intimamente nella sua arte senza saltellare su e giù col telecomando…..una specie di slow music.

Cementine, graniglie, veneziana, che passione! Da conservare rigorosamente in caso di ristrutturazione, da diversi anni sono state rivalutate e liberate da imbarazzanti pavimenti sovrapposti in laminato o in gres porcellanato. E facciamo chiarezza. Cementine:  si ottengono dall’impasto di cemento bianco, acqua, polvere di marmo e coloranti naturali. L’impasto viene colato liquido nelle forme, vibrato e pressato. Il prodotto finale non può essere levigato, quindi eventuali graffi o macchie faranno parte della sua storia. Graniglie: impasto di cemento, marmo e acqua con elementi di vetro colorato in proporzioni variabili e quasi sempre…casuali (quasi impossibile infatti riprendere il colore e la densità di un campione). Sul mercato si trovano in mattonelle già levigate o da levigare in opera. Veneziana: o battuto alla veneziana, trova il suo massimo splendore nella città lagunare ma i suoi nonni si trovano in  Grecia dove i pavimenti erano costituiti da sassi di torrente cementati con calce e argilla. La veneziana è di solito colata in opera in modo da formare spesso un pavimento unico ed è possibile lamarla e lucidarla. Splendide quelle con tappeto centrale e fascia perimetrale a contrasto, con ghirlande o motivi floreali al centro o spesso agli angoli del locale.

Iperbolica. Punto. La BMW Z8 viene presentata da BMW nel 1999 al Salone dell’automobile di Tokyo, sotto il nome di Z07, un prototipo che richiama le forme sinuose e mai dimenticate della splendida BMW 507 nata 45 anni prima. Due anni più tardi la Z8 viene svelata nella sua veste definitiva. Una veste molto seducente con chiari accenni retrò, una meccanica micidiale (derivata dalla berlina M5) e un prezzo alquanto impopolare ne fanno immediatamente una venerata “instant classic”. Piaciuta tanto che poco dopo il famoso agente segreto di sua maestà Bond James Bond 007, ne cavalca una nel film -Il mondo non basta-. Costruita per soli tre anni, oggi si porta via (usata of course) a non meno del valore di un monolocale in città: 180.000 euro spiccio più spiccio meno…..ma salirà ancora. Affrettatevi.

Quanti ne abbiamo rotti, volutamente o per errore? E avremmo mai pensato che un giorno sarebbero diventati maledettamente trendy? No, diciamoci la verità. Eppure, i servizi di piatti o quelli da caffè o da tea della nonna o della zia zitella, quelli con fiori damine putti faccette fiocchetti….bene, si quelli, oggi li troviamo nelle sale da tea più chic e nei locali più attenti a cavalcare le mode. Se ne avete salvato qualcuno potreste ricominciare a usarlo…

Forse pochi sanno che l’Omega Speedmaster è tra gli orologi più famosi della storia: è stato indossato durante il primo sbarco sulla Luna, il 20 luglio 1969, quando Neil Armstrong e Buzz Aldrin poggiarono per la prima volta i loro piedi sul suolo lunare. Ma lo Speedmaster è stato il primo cronografo da polso con scala tachimetrica sulla lunetta e non sul quadrante, faccenda assai gradita ai piloti da corsa. Quindi era già famoso e desiderato ben prima della missione lunare. Omega negli anni ha prodotto molte versioni del suo celebre cronografo, ma i più talebani considerano esclusivamente la prima, prodotta per soli due anni. Ancora oggi lo Speedmaster (quello contemporaneo giacché i pochissimi originali hanno raggiunto quotazioni esplosive) è uno splendido oggetto di sintesi, elegantemente sportivo e a suo agio in ogni occasione.

Carta da parati della nonna? No grazie. Ma carta da parati sicuramente. E sicuramente qualcosa d’effetto, di optical di audace, anche perché se la carta da parati non esce, se non spara, se non si fa notare che la mettiamo a fare? Le proposte sono innumerevoli, la qualità del supporto è notevolmente migliorata negli anni come la resistenza del colore alla luce, e in generale parliamo sempre più spesso di prodotto di gamma medio alta. Soprattutto per alcuni disegni che sembrano davvero dei dipinti, tanto sono preziosi nella fattura e nella qualità di stampa.

Forme antiche ma sempre nuove: anche in bagno la memoria gioca in casa (….è il caso di dire) e la vecchia vasca in metallo da centro stanza diventa un prezioso oggetto da collocare in un bagno, senza dubbio ampio ma non enorme. In questo caso una vasca di Victoria+Albert. Sempre attuali, da decenni oramai, le rubinetterie “a croce moderna” che attualizzano le antiche forme fine 800. Declinabili in versione da appoggio a 3 fori o monoforo, a parete, miscelatore per doccia e vasca e insomma….tutto il necessario circo a vapore. In questa foto Tara di Dorn Bracht, ma a costi sensibilmente meno imbarazzanti troviamo Fantini, Nobili, Bongio e compagnia.

Nell’anno in cui la Ferrero lancia la Nutella, Gigliola Cinquetti sbanca Sanremo con Non ho l’età, si inaugura il Traforo del San Bernardo che unisce Svizzera e Italia e Nelson Mandela viene condannato al carcere a vita….beh in quell’anno Brionvega presenta Radio.Cubo. Disegnato da Marco Zanuso e Richard Sapper, Radio.Cubo è un prodotto cult dell’epoca d’oro del design italiano ed è presente nei principali musei di mezzo mondo come emblema dello stile e della creatività italiana. Oggi si presenta nella sua immarcescibile livrea colorata ma con importanti novità sotto la pelle: batterie ricaricabili al litio, Bluethoot di ultima generazine, presa Aux, radio sveglia programmabile e telecomando…..per rimanere con noi altri 50 anni!

 

 

 

 

 

 

 

 

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